Strapotere dei Kayak della Repubblica Ceca


Guardando una proiezione degli ultimi 4 Campionati del Mondo di Canoa Slalom salta all’occhio i risultati ottenuti dagli atleti della Repubblica Ceca nel  Kayak maschile considerando che su 4 titoli ben 3 sono stati conquistati da tre atleti diversi di questa nazione. La storia o meglio il successo in questa specialità per la Repubblica Ceca inizia nel 2009 ai mondiali di La Seu d’Urgell quando Vavrinec  Hradilek, Michal Buchtel e Ivan Pisvejc sorprendono tutti e vincono la gara a squadre davanti a inglesi e in terza posizione i padroni di casa gli spagnoli Diez Canedo, Juanmarti e Crespo. L’anno successivo Vavrinec Hradilek prende l’argento iridato dietro a Daniele Molmenti e davanti a Jure Meglic ai mondiali di Tacen dove tutti aspettavano l’idolo di casa Peter Kauzer malamente finito nelle retrovie per un 50 all’ultima risalita di destra (23) e un precedente tocco alla 19.
Nel 2011 il ceco finirà secondo nella classifica finale di Coppa  e solo ottavo ai mondiali di Bratislava. Ed è proprio a  questo mondiale che debutterà nella massima categoria Jiri Prskavec che era già un elemento di spicco fra gli Junior.
L’anno olimpico decreta il grande stato di forma di Hradilek che prende l’argento a Londra 2012 e poi l’anno successivo in casa a Praga vince il mondiale. Riesce cioè in quello che fino a quel momento nessun atleta della Repubblica Ceca e prima come  Cecoslovacchia sia mai riuscito a fare.  I kayak di questa nazione precedentemente ed individualmente avevano conquistato  solo due bronzi:   nel 1985 con Lubos Hilgert ad Augsburg e dieci anni più tardi a Nottingham con Jiri Prskavec, già padre di Jiri nato infatti due anni prima e cioè nel 1993. Il figlio poi, ai mondiali del 2015 a Londra, dichiarerà: « sono felice di aver vinto questo oro vent’anni di distanza dalla medaglia di mio padre ai mondiali ».
A  Tacen nel 1991 Pavel  Prindis (padre di Vit Prindis), Lubos Hilgert (padre di Lubos Hilgert) e Peter Nagy giunsero terzi, davanti a noi italiani (P.Ferrazzi, I.Pontarollo, E.Ivaldi) per 0.93.
Contemporaneamente al fenomeno praghese (che si dedica allo slalom e al border cross, è lui infatti che ha vinto quest’anno  il primo campionato del mondo) crescono Jiri Prskaveck (classe 1993), Ondrey Tunka (1990) e Vit Prindis (1989).
I primi due sono allenati dal padre di Jiri, mentre il terzo fa parte del gruppo di Hradilek e quindi seguiti tecnicamente da Miloslav Ríha soprannominato Pytlak.
Tutti però fanno capo al centro di allenamento di Troja dove un gruppo di tecnici federali coordinano il lavoro congiuntamente e poi sul campo seguono gli atleti a gruppi. Un sistema e un lavoro iniziato molto tempo fa e che ha necessitato di tempo per far arrivare questi atleti ai livelli di oggi. Loro escono da una folta scrematura e sono  la risultante di un lavoro ed un impegno costante portato avanti da tecnici qualificati, che hanno alle spalle esperienza di atleti di alto livello.   In sostanza la macchina lavora in questo modo: avvicinano i giovani  alla canoa nel mese di settembre con le proposte che fanno per le scuole. Quindi questi giovani  hanno la possibilità di svolgere attività fino a novembre in acqua per tre volte al settimana e poi durante l’inverno piscina e palestra, per riprendere poi marzo in fiume e sul canale. Nell’arco di un paio di anni c’è una sorta di scrematura naturale, molti abbandonano e chi invece rimane, passa nella squadra agonistica. Anche qui in base alle capacità individuali e quindi ai risultati gli atleti si possono trovare nella condizione di gareggiare per la polizia, la famosa società sportiva Dukla o per l’università. Questo processo che si ripete annualmente avviando in continuazioni giovani alla canoa permette un ricambio costante oltre al fatto che permette ed offre ad ex atleti di essere impiegati in questo processo che diventa per loro una opportunità di lavoro. Così facendo si ha un interscambio di esperienze diretta da chi ha praticato a chi è nella fase di apprendimento.


Insomma i vari Hradilek, Prskavec, Tunka o Prindis non nascono dal nulla, ma da un processo lungo, ma altrettanto fruttuoso visti i risultati di questi ultimi anni.  

                                         … fine seconda parte 2 



 

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