Saper ascoltare l'acqua

Persone fidate e di indiscussa qualità in materia  mi dicono che sono migliorato nel tango, la cosa mi fa piacere, ringrazio e cerco di capire da che cosa sia  arrivato questo piccolo successo personale. Credo che il tutto parta dal fatto che in sostanza ho imparato a fare meno, ad ascoltare di più la musica e la mia ballerina. Certo non sono Naveira o Frumboli, ma ballando sorrido e sto bene, poi ovviamente ci sono momenti difficili nell'affrontare dinamiche nuove, ma comunque mi diverto ed è questo che oggi ho cercato, nel lavoro tecnico, di trasmettere ai miei atleti: fare meno con la pagaia ed ascoltare di più l'acqua e il tutto condito dal sorriso. La connessione che ci deve essere fra questi due elementi (acqua e pagaia)  è fondamentale ed è  associato a quanto già si era detto in precedenza su distanze e spazi tra uomo/palina oltre alla spinta delle gambe che non è da considerare solo quando si pagaia in avanti, ma in ogni gesto che produciamo con la nostra pagaia.
Quindi il mio tango è migliorato perché faccio meno di prima e la mia precedente frenesia nel fare si sta trasformando in capacità d'ascolto. Sembrerebbe quindi un gioco da ragazzi a questo punto riuscire a migliorarsi, ma in realtà è esattamente l'opposto considerando il fatto che normalmente la risposta ad una situazione da affrontare, come ad esempio l'entrata in una risalita oppure discese sfasate o ancora  porte in retro,  è  una reazione istintiva basata su un progetto motorio accelerato dal nostro sistema nervoso per risolvere la problematica in corso il più velocemente possibile per toglierci da quella situazione difficile.  Basiamo la reazione sul fare e non ci mettiamo nella condizione di ascoltare per dare le giuste risposte a  quel ritmo e con quei tempi che l'acqua esige.  In sostanza non siamo perfettamente  coscienti di cosa stia succedendo  offrendo come soluzione solo gesti automatizzati. 


Se nel tango ciò che aiuta è conoscere la musica, nello slalom l'elemento  chiave diventa conoscere l'acqua. Il segreto è la pratica e le ore che si passano in canoa non per pagaiare solamente a casaccio, ma usando quegli stupendi organi sensitivi specializzati che si chiamano propriocettori e che possono fare la vera differenza tra atleta e atleta.

Occhio all'onda!

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