Mani e impugnatura

Restiamo su un particolare della pagaiata e cioè sulle mani o meglio ancora su come afferriamo il tubo che collega le due pale, nel caso del kayak o nel caso della canadese la singola pala. L'impugnatura a mio modo di vedere dovrà essere molto flessibile nel senso che definisce l'angolo di entrata della pala in acqua che ovviamente può cambiare da situazione a situazione. Ricordiamoci sempre che il nostro sport - canoa slalom - non è da considerare uno sport ciclico nel senso che nessuna pagaiata anche in acqua piatta si può dire esattamente uguale a quella successiva. Lo stesso scafo non è certamente fatto e studiato per navigare il più velocemente possibile e tanto meno è pensato per mantenere la direzione, cosa diversa per le canoe da discesa. Quindi si capisce bene che ogni pagaiata ha una sua vita, ha un suo preciso punto e momento  di inserimento e ha un percorso autonomo e in continuo evolversi. Quindi le mani diventano lo strumento che dovranno avere la capacità di percepire ogni minima informazione dall'acqua e trasformarla in segnali per essere velocemente elaborati dal nostro sistema nervoso centrale che sollecitato ci darà delle risposte adeguate oltre ovviamente ai nostri recettori sensoriali (in modo particolare propriocettori).  Ho parlato di impugnatura flessibile, ma che deve anche essere sicura e determinata quando è il momento preciso di concretizzare il gesto. Morbidi non significa molli, ma la flessibilità ci permetterà di poter usare e sfruttare  la nostra pala con  mille angoli diversi. Tutto questo   determinera la relazione con il nostro mezzo di propulsione d'eccellenza: la pagaia!

Occhio all'onda!

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