Pura utopia

Un sistema che funziona si basa sulle capacità e sulla lungimiranza dei suoi dirigenti e politici, ma quando tutto ciò non c'è cosa dobbiamo fare? Dobbiamo  forse cercare di inserirci in questo ingranaggio molto complesso che è fatto di piccoli intrecci per esigui vantaggi personali?  Oppure dobbiamo cercare di metterci in discussione e porre sul tavolo i problemi e confrontarci in una logica di cambiamento e progresso? E' difficile per molti prendere posizione, forse per paura di perdere quei minimi vantaggi di cui parlavamo sopra. E' difficile per molti esporre le proprie idee, se mai ce ne fossero. Eppure non dovrebbe essere difficile rendersi conto che la realtà sportiva in cui viviamo non porta a nulla, se non mantenere le stesse persone sullo stesso posto. Capire che i risultati sono frutto di individualità e non di progettualità e crescita di federazioni o di enti sportivi e tanto meno della stessa scuola ce lo diciamo da tempo.  Eppure, rendendoci conto di tutto ciò, nessuno riesce a contrastare un potere fatto di nulla e di tanto fumo. Non credo nei grandi sitemi e tanto meno in organigrammi che se sulla carta possono avere un senso, non vengono poi rispettati in concreto. Credo nel lavoro costante e quotidiano. Credo nella condivisione del lavoro. Credo nell'esempio che un allenatore, un dirigente o un politico deve dare e fare conquistandosi credibilità e conoscenza sul campo. Soffrire ogni giorno con i propri atleti condividendo, chilometri in macchina, caldo, freddo, riscaldamento, allenamento, defaticamento, felicità, tristezze, gioie, emozioni e tanto altro ancora.
Dobbiamo programmare cose semplici come quella ad esempio di riunire le forze e organizzare un mezzo per andare alle gare magari con otto atleti e un allenatore, abbattendo i costi e raddoppiando l'allegria fra i ragazzi. Poi succede che proponi queste cose e pur trovando degli sponsor disposti, per puro spirito d'amicizia a contribuire alle spese, non si riesce ad organizzare per incapacità e colpe di chi?   Sarebbe stato bello offrire una motivazione ulteriore ai nostri giovani atleti facendoli gareggiare per difendere i colori di un Comitato Regionale o di una rappresentanza nazionale. Cosa tra l'altro fatta dal Comitato Regionale Emilia Romagna. Perché loro sì e in Veneto no?  Di tutto ciò nessuno parla, cadrà nel dimenticatoio,  come nessuno tira le somme di una Coppa del Mondo di Slalom nell'assoluto anonimato o di un Europeo di categoria fra i paletti dell'acqua che corre che viceversa ci ha visto protagonisti. Le interviste rilasciate non dicono nulla e di relazioni ufficiali neppure l'ombra.

Sarebbe bello fermare tutto, guardarsi negli occhi e chiederci che cosa vogliamo fare e che cosa vogliamo offrire alle future generazioni...lo so pura utopia!

                                        Occhio all'onda! 

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