Semplicità architettonica e idraulica


Un trionfo di colori, di sorrisi, di spontaneità, di gioia di vivere, di energia che tocchi con mano passeggiando e fermandoti ad osservare i tanti e tanti giovani che in questa settimana  stanno animano il centro di slalom a Ceske Vrbne per la 5^ e 6^ gara della Coppa Europa di Slalom, riservata alle categorie Junior.
Un canale, recentemente ristrutturato e che è dedicato a Ludmilla Polesna, slalomista  cecoslovacca  campionessa del mondo  nel '61, '67 e  '69. Poi andò ai Giochi Olimpici del 1972 e finì solo 16esima. Lei si era sempre allenata sui fiumi e sul canale artificiale olimpico di Augsburg non riuscì ad esprimere tutto il suo potenziale. Ironia della sorte ha voluto che nella sua città nascesse questo centro che giustamente porta il suo nome.

Il tracciato di slalom impressiona per semplicità architettonica ed idraulica. Il canale non è altro che una piccola deviazione del fiume in prossimità di una diga e che dopo circa 400 mt. rientra a valle della stessa, deviando pochi metri cubi di acqua al secondo, ma offrendo una struttura sportiva eccezionale. In Repubblica Ceca di campi da slalom come questi ce ne sono più di una decina e  non si capisce perché una cosa così non si possa fare anche in Italia, tanto più che in parte sono finanziati dalla Comunità Europea. Prendete ad esempio il Po', l'Adige o il Tevere e considerate le mille dighe che hanno questi fiumi dove  ci potreste far nascere centri sportivi fluviali a costo zero, senza tante pompe per riportare l'acqua a monte. Giusto una piccola deviazione e il gioco è fatto. Quello cioè che i romani e, prima ancora di loro, i babilonesi facevano per per portare acqua nei campi da coltivare. Quello che dico io è che si può fare la stessa cosa per irrigare o per produrre energia, ma nello stesso tempo si possono condividere queste strutture  anche per fare altre attività sportive legate per l'appunto all'acqua. Invece no! Una montagna di divieti e restrizioni fanno di questi canali dei veri e propri bunker chiusi a tutto e a tutti, senza contare che l'acqua dei nostri fiumi è comunque un bene comune e il territorio su cui scorrono sono normalmente demaniali. Certo si paga una concessione, ma è sempre minimale rispetto ai ricavi per la produzione di energia che viene venduta. Non solo però i divieti sbarrano la possibilità di vedere contemporaneamente soluzioni sportive infatti a questi si aggiunge l'assoluta mancanza di idee e progettualità di noi privati e degli organi preposti alla promozione del nostro sport sia a livello locale che nazionale.
A Verona stiamo lavorando  in questa direzione nella speranza che ad affiancare il nuovo centro d'eccellenza per la canoa slalom ci sia non solo un impianto sul fiume, ma anche uno sul confinante canale elettrico per permettere ai nostri giovani di crescere e di essere competitivi anche a livello internazionale.

Per il momento non pensiamoci e godiamoci questi giovani atleti che tra un allenamento e l'altro si preparano da mangiare, lavano i piatti, si rincorrono, organizzano partite a pallone, vanno su internet per postare foto ed emozioni, senza esaurire però mai  l'energia dell'acqua che corre per pagaiare e per divertirsi fra i paletti dello slalom!

Occhio all'onda!

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