Un formicaio di slalomisti

Sono tornato a fare colazione con la papaia, quindi significa che sono a Foz! Per la verità non mi fermerò molto considerando che la settimana prossima abbiamo le selezioni a Tomasina, 700 km a nord da qui,  e che a fine marzo partiamo per andare in Australia ai campionati del mondo di slalom per Junior e U23. C’è il tempo però per fare delle riflessioni sulle sei settimane trascorse ad Al-Ain anzi per essere più precisi al “Wadi Adventures Center” con qualche piccola escursione turistica e tanguera nelle vicinanze. Un periodo lungo dove sempre si impara allenando, parlando e guardando i grandi campioni con i loro tecnici  che lavorano su un tracciato decisamente particolare. Nel lungo viaggio aereo per rientrare in Brasile ho riassaporato il gusto del buon vino. Una gentile hostess degli Emirates mi ha servito un cabernet sauvignon cileno  di “Los Vascos” che si produce nella valle della
Colchagua, una zona bellissima collinosa e vocata alla produzione di grandi vini. Negli ultimi decenni sono stati fatti grandi investimenti e si è trasformata in un vero e proprio giardino rigoglioso che sa produrre qualità attraverso i suoi grappoli. Anche se per la verità furono i missionari spagnoli intorno al 1500 a introdurre in loco la produzione del vino. Questi vigneti sono al riparo da malattie come la fillossera e la peronospora grazie alla difesa naturale delle Ande da un lato e dal Pacifico dall’altro. Ho avuto la fortuna di passarci lo scorso novembre approfittando dei campionati Sud-Americani e devo dire che mi ha incantato per la freschezza dei paesaggi e il loro ordine. Quindi, il buon vino rosso e le 14 ore di volo, mi hanno stimolato a queste riflessioni che ovviamente ho il piacere di condividere. La prima è  quella che sarà interessante tenere monitorati gli atleti, e sono stati molti, che hanno lavorato da queste parti in un inverno europeo particolare. L’obiettivo è capire quanto può influire positivamente  un blocco di lavoro così nel bel mezzo della preparazione. Certo non sarà facile attribuirne vantaggi o svantaggi, ma sarà un’occasione per conoscere e capire.
La seconda è quella di vedere nazioni  come Slovacchia, Repubblica Ceca, Slovenia,  Russia e Polonia e, ovviamente noi,  Brasile  incrementare notevolmente sotto l’aspetto dell’investimento  tecnico sulle nuove generazioni. Queste nazioni infatti stanno costruendo il loro futuro agonistico con un grande impegno, contenendo comunque i costi, ma con programmi specifici senza perdere tempo. Vanno dov’è più facile far crescere i futuri Estanguet o Molmenti, dedicandosi allo specifico. Tutto ciò porta, e già si nota, un innalzamento tecnico generale.
Un altro aspetto interessante è per l’appunto il centro Wadi.  Mi sembra di capire che c’è molto interesse a sviluppare quest’area considerandone le  varie potenzialità.
Se chiudo gli occhi ho mille flash di  atleti,  allenatori, persone che su quel budello d’acqua  in mezzo al deserto: corrono, filmano, pagaiano, parlano, cronometrano, disquisiscono, sperimentano, agganciano, frenano, rovesciano, raddrizzano, fotografano.  Tutti con un chiaro e limpido pensiero: allenare o allenarsi. Sembrava un formicaio rigurgitante, straboccante, ridondante in continuo movimento per produrre energia, forza, migliaia e migliaia di pagaiate, tonnellate di acqua caduta a valle e riportata a monte per farla discendere nuovamente. Una macchina operativa per 15 ore al giorno. Canoisti che arrivano, canoisti che partono, canoisti che hanno finito allenamento, canoisti che iniziano allenamento e così via senza soste, senza pause per approfittare dei questi mesi senza gare per crescere, per mettere le basi ad una stagione alle porte. Complessivamente impressionante!
Beh le ore di volo sono state tante, ma se si lascia libera la mente di vagare passano in un momento, magari portano anche qualche pensiero positivo in vista del futuro!

Occhio all’onda! 

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