Lefevre in ginocchio grande protagonista. Kauzer irraggiungibile!


Ce l’ha fatta a centrare la sua prima finale in Coppa del Mondo pagaiando inginocchiato e con una pala sola sfiorando pure di mettersi al collo una medaglia! Peccato solo che 129 minuti più tardi  non raddoppia in kayak. Lui è Fabien Lefevre che oggi a Tacen ha fatto un altro miracolo per lo sport dei paletti. Il primo kayak in attività che prende la finale anche in C1. 
Lefevre in azione nella finale di Coppa del Mondo in C1 men
In finale non parte bene arriva sul salto troppo a destra e rimedia come può. Ritorna in assetto solo dopo la porta 4 che fa in retro. E’ in ritardo al primo intermedio poi fila via liscio fino al salto finale. E’ un Lefevre più ciunista di sempre, cambia lato di pagaiata solo tre volte durante la sua discesa, usa molto il lato destro per pagaiare e molti debordé spinti a fondo... insomma come un C1 naturale, grazie ad allenamenti massacranti e una convinzione assoluta di poter far bene anche qui. Con questa gara si toglie qualche sassolino dalla scarpa e si prende pure qualche meritata e sudata soddisfazione. Prima fra tutte quella di stare davanti


 
a colui che prima era il suo compagno di barca e con cui ha preso due argenti iridati individuali, ma  che poi è diventato il nemico da combattere e cioè Denis Gargaud. Sfiora il podio per 0,20 e si riscopre protagonista anche in questa specialità iniziata per necessità dopo la forza rottura con Denis, con il C2 e con la Francia. Ora Fabien è un uomo tutto stelle e strisce con tanto di divisa USA e con un inglese sempre più marcato. Tanto per la cronaca la gara è andata allo sloveno di casa Anze Bercic: bravo!

Chi ha scatenato la folla sulle tribune è stato l’idolo assoluto sloveno colui che riesce a vincere ancora oggi una gara con un margine superiore ai 3 secondi, che di questi tempi ha dell’incredibile. Parte a bomba. Sul salto vola e sembra non toccare l’acqua. Tra la 3 e la 4 pianta in acqua il suo fianco destro e fa rimbalzare la canoa direttamente dentro la 5. Qui gira le spalle, guarda la porta successiva e cioè la 6 in risalita e se la divora con una pagaiata sola. Lo spettacolo è vedere la sua canoa uscire da quella morta... sembra quasi decollare. Non ha incertezze e qui arriva la parte più interessante seppure ci sia un tentennamento all’entrata della 9. Nella parte più stretta del percorso controlla sempre facendo correre però lo scafo verso valle. Sotto il ponte sale sopra il ricciolo con maestria, subito dopo ruota le spalle verso sinistra e si trova con un Duffek fuori dalla successiva risalita. Sugli ultimi due salti non ci sono errori, ancora nove pagaiate dalla 21 all’arrivo e il gioco è fatto. Primo con un tempo di 99,87, l’unico a restare sotto la barriera dei 100 secondi. 



All’arrivo ad aspettarlo il figlioletto e l’immancabile Red Bull! Devo anche scrivere il nome o si è già capito? 

Dispiace per Giovanni De Gennaro penalizzato in finale alla porta 18 con la massima penalità. Dal nostro punto di vista la testa era ampiamente oltre la linea della porta. Peccato perché il suo tempo valeva il bronzo. Bravo comunque il bresciano che sta centrando quasi tutte le finali, ora non gli rimane che confermarsi ai prossimi campionati del mondo di Praga. 

Occhio all’onda! 

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