Tango un racconto

                           “il tango è l’unico ballo che vale la pena di imparare
       perché è l’unico ballo dove le donne finiscono per essere sincere.”


Si muovevano al centro dell’arena con sublime eleganza,  su quello stesso palco che pochi istanti prima era calpestato da sognatori abbracciati alle loro dame e che danzavano aspettando la loro esibizione. Un movimento armonioso o rude, un assecondare e donare con il corpo risposte a proposte a volte scontate e a volte inaspettate. Occupare spazi altrui per poi concederli parsimoniosi, intrecciando gambe e abbracci in quella danza sensuale, armoniosa, grintosa, rude o dolce qual’è il tango.
Le loro vite iniziarono lontane una dall’altra, ebbero storie lunghe e passionali in altri e con altri lidi, prima di essere uniti da forze superiori e forse invisibili che la danza ha saputo scoprire. Storie comuni per un certo tempo, illuse forse per un amore lungo ed eterno. Un amore però che si spezzò nel fremito di una mordida, di un ocho atràs o di una medialuna. Se amori finiscono altri nascono perché la vita non la puoi controllare o dominare, la puoi e la devi solo vivere intensamente. Amori che nascono con la complicità di corpi che si muovono guidati solo dalla musica e da sguardi intensi che ti scavano dentro e non lasciano posto a falsità. In un abbraccio sono nascosti mille messaggi, mille segnali di fuoco, mille stelle da illuminare in notti buie. In una salida c’è l’approccio ad un passo successivo, ad un pensiero d’affetto ad un gesto sincero. La poesia di tutto ciò si frantuma varcata quella porta quando scesi dall’arena le strade tornano a dividersi. Ognuno ritrova una realtà costruita forse per noia o forse per errore e ora conservata e custodita per ignari pargoli. Eppure il destino è nascosto e ti incontra quando non lo cerchi o se lo cerchi non lo incontri. Storie di uomini, storie di donne, storie di amori espressi oppure nascosti, che trasudano in ogni passo in ogni gesto accompagnati dalla struggente musica del bandoneon. Perché nascondere sentimenti e gioie di passioni chiari e genuini come l’acqua che sgorga dalla sorgente per restare a vivere e non vivere situazioni ambigue e confuse in una ricerca di una normalità che nessuno può e deve definire? Il roteare sui passi dell’infinito ricercando un’estasi divina, dispensando emozioni e gesti a chi come te è attratto dal vortice di un approccio intenso e unico che nasce, vive e finisce nell’arco di quella tanda.  Effimera alla ricerca di un partner con cui accoppiarsi, con cui ballare, con cui condividere quel momento del ballo per sentirsi viva, per sentirsi in quell’istante eterna. E così per pochi o per molti minuti è rivivere velocemente e in continuazione il primo bacio. Dall’invito civettuolo gradito, sperato e atteso, al primo tocco quasi sfiorato. Il veloce approccio e disinibito battibecco di una storia che salta le tappe consumandosi sotto gli sguardi attoniti di chi ti circonda, ma come te malato, ammagliato, comprovato dalla stessa passione. Difficile credere che non sia così se il tango è veramente complicità in quel attirarsi e respingersi in quel vivere la tensione di un abbraccio ora forte ora sciolto. Capace di dividere coppie per formarne delle altre, capace di toglierti dal sonno, capace di portarti lontano, capace di farti fare ciò che mai faresti se non fossi spinto da una forza che ritrovi nel rito sopra raccontato.


Occhio allonda!  

... prosegue 


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