Quale futuro per lo slalom?


Dovrei ora  raccontarvi la situazione che si presenta alla vigilia di Coppa per il resto delle quattro categorie, ma sono particolarmente  amareggiato. Riflettendo  mi rendo conto che fare  il punto dopo le prime tre gare e dopo la pausa olimpica poco serve nell’ottica di una Coppa del Mondo a cui non si vuole dare il giusto riconoscimento, con un chiaro ed evidente calo di interesse generale. Mi spiego meglio.
Finite le olimpiadi dove la canoa slalom ha ricevuto il plauso per impianti, per immagini, per organizzazione, per riprese e riscontri televisivi, si torna a gareggiare a livello internazionale in sordina, nel più assoluto silenzio come se parlassimo di un altro sport rispetto a quello visto alle Olimpiadi!
“Carpe diem” recita il famoso motto latino e noi invece cosa facciamo? Non  mettiamo a frutto il successo e l’impatto  mediatico ottenuti grazie alle gare a cinque cerchi. Non si sale sull’onda, per dirla alla mia maniera, e ci si accontenta di quello che è stato perdendo chiaramente l’opportunità di un grande momento che si ripeterà solo, speriamo, fra quattro anni.  Sono solo pensieri e mie idee oppure potrebbero essere condivise da chi di dovere per cercare effettivamente di dare un impulso diverso al nostro sport?
Prendiamo il tennis ad esempio e cosa succede?  I giocatori, sia vinti che vincitori, sono scappati a Toronto per il Roger Cup 1000 e poi via per altri mille tornei seguiti regolarmente da televisioni e media in generale.
Il ciclismo si è lanciato nella Vuelta. L’atletica leggera si è trasferita a Stoccolma con il “Diamond League”  per andare poi a Losanna dove saranno presenti 53 vincitori di medaglie olimpiche di Londra tra cui Bolt.
Tanto per citare qualche esempio e tutto questo perché? Semplice: per mantenere vivo l’interesse dello sport e per offrire agli atleti medagliati una passerella particolare dopo i Giochi.  Cogliere l’attimo per mettere a frutto il magico momento costruito ad hoc. Noi invece cosa facciamo o meglio che cosa proponiamo ai nostri atleti? Nulla! Tanto per farvi un’idea  al  via di Coppa ci saranno solo due  delle  12 medaglie  assegnate. Ci saranno  Hardilek e Aigner. Il primo gioca in casa e  ovviamente non aveva interesse a disertare proprio questa tappa di Coppa. Ci sarà anche Florence, ma non col compagno di C2 con cui si è messo al collo l’argento a cinque cerchi: gareggerà solo in C1. Nessuna medaglia presente per C1, C2 e donne in Kayak.
Ma il problema non è degli atleti che possono avere tutte le ragioni di questo mondo per non prendere il via dopo la faticaccia olimpica. Il problema è a livello manageriale del nostro sport. Il problema è chiedersi  che cosa si può  offrire agli atleti per mettere a frutto i loro interessi con quelli dello slalom in generale. Il problema è pensare prima per agire poi e non agire e fare tanto per fare! Tutti gli altri comitati organizzatori di altri sport spingono per offrire una passerella alle medaglie di Londra mentre lo slalom non si pone neppure il problema!
Chi c’è c’è chi non c’è pazienza. Lo slalom accetta impassibile il divenire degli eventi senza dannarsi più del necessario. Sopravvive ma non si interroga e neppure pensa di mettersi in discussione.

Ieri sera sono stato al consiglio di gara, un consiglio di gara molto dimesso, poco concitato, tutto all’acqua di rose. Non era presente il vice presidente ICF, come invece lo era precedentemente, evidentemente prima aveva altri interessi;  non era presente neppure   il presidente del boarding ICF dello slalom e non sono presenti molte nazioni come molte sono le defezioni fra gli atleti e gli allenatori. Non c’è Tony Estanguet. Sarebbe stato bello che lui fosse stato presente anche senza gareggiare per presentarsi agli atleti nel suo nuovo ruolo all’interno del Comitato Olimpico Internazionale, per presentare le sue idee, per dire ai suoi colleghi di pagaia che cosa cercherà di fare per il nostro mondo richiuso in un piccolo cerchio di appassionati con passione e tanto amore, ma con mille problematiche da risolvere per uscire da questa nicchia.
Tutto ciò però non è ammissibile, tutto ciò rientra nella banalità di un gioco già visto finalizzato solo a mantenere purtroppo le cose come stanno per paura di cambiare, migliorare, progredire.

Mi ha fatto sorride l’altro giorno il buon Claudio Camporesi che parlando della medaglia d’oro di Molmenti mi ha fatto notare che ora chissà quanti giovani si avvicineranno alla canoa e in modo particolare allo slalom. Io non ho detto nulla, ma purtroppo non sarà così e tutti noi lo sappiamo bene perché se questi potenziali giovani non hanno dove andare, non trovano progetti finalizzati a loro, non trovano organizzazione e professionalità  difficilmente si avvicineranno al nostro amato Slalom spinti solo dall’entusiasmo generale che se non sfruttato si spegnerà ben presto!

Occhio all’onda! 

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