Il Duca di Lee Valley: Monsieur Tony Estanguet!

Come faccio? Da dove parto? Devo  raccontare ed immortalare le gesta erranti di un cavaliere solitario, di un signore della pagaia di un artista dell’acqua che oggi, qui sul canale di Londra,  nel pomeriggio ci ha lasciati tutti di stucco. Ok vediamo chi è rimasto di stucco. Inizio con me medesimo, anche se non dovrei, ma taglio la testa al toro e dico che io sono facilmente impressionabile nel godere ed apprezzare quello che è slalom sotto ogni sua forma e genere. Certo non sono affidabile visto che godo pure dei racconti di un arbitro in trasferta al campionato europeo e riesco a piangere dall’emozione nel rivedere un video che ho assaporato mille  volte, ma che il mio amico L8 ha riproposto recentemente augurando a tutti un forte in bocca al lupo per il sogno olimpico. Quindi non conto, ma se a rimanere con gli occhi sbarrati e il sorriso tra l’ebetito e l’incredulo è un certo Jernej Abramic che di canoa se ne intende e tante ne ha viste forse allora mi crederete di più. Aggiungo anche che Bertrant Daille, il direttore tecnico dei francesi, ha fatto un salto e si è compiaciuto con se stesso. Quindi credetemi sulla fiducia.

Luogo - canale olimpico  di Londra situato in località Lee Valley - Brosxburne tanto per essere precisi
Scenografia - allenatori sulla riva all’altezza dell’ultimo “drop”, atleti in acqua, è l’ora di francesi, russi e noi... Brasile.
Siamo verso la fine dell’allenamento a pochi minuti dal cambio di ora, momento in cui gli atleti che hanno finito il loro allenamento programmato come numero di ripetizioni, solitamente approfittano dei minuti restanti per fare un'ultima discesa di rilassamento, tanto per sentire l’acqua sotto il culo, liberi e spensierati. Sul salto finale c’è la russa, Marta  Kharitonova, che sta traghettando da parte a parte per fare prima una risalita a destra e poi un’altra alla stessa altezza a sinistra. Deve quindi usare il buco che è provocato dal salto per arrivare dall’altra parte al volo. La russa ai mondiali di Bratislava fu 16esima, pagaia bene, ma probabilmente le manca continuità. E’ salita anche sul podio in coppa nel 2011 a Praga e sembrava aver trovato qui  la via corretta per continuare poi su questa strada. Ora sta lottando con le sorelle Perova, Alexandra e Katerina,  per conquistare il posto per i Giochi Olimpici. Se la giocheranno nelle prime due gare di Coppa del Mondo  a Cardiff e a Pau, la migliore rappresenterà la grande Repubblica Sovietica alla XXX edizione dei giochi a cinque cerchi.
L’acqua nel cadere verso il basso incontra l’ostacolo centrale che è giusto sotto l’invaso e crea un’onda che a sua volta ritorna su se stessa, quasi che le dispiacesse scappare via, e ritorna a tuffarsi nell’acqua nuova che scende. Forma così un ritorno bianco come la neve, ma duro come il ghiaccio. La poveretta Marta ha la disavventura di essere presa e fermata in quel turbinio di forze della natura artificiale e viene sballottata di qua e di là come una barchetta a vela in mezzo all’oceano in una giornata di burrasca. Poco serve il suo dimenarsi nel tentativo di portare a casa pelle e gloria, ma la forza della corrente crudele come non mai non la molla. In quel frangente sta arrivando Tony Estanguet a 100 km all’ora che non conosce cosa siano le discesette rilassanti a fine allenamento. Ovviamente  non serve dire nulla sul suo conto, immagino che i più lo conoscano e agli altri l’obbligo di documentarsi al più presto onde evitare la peggior  pena che è  l’ignoranza pura!  Lui, il bi-campione olimpico, pagaia con idee chiare e con precisi obiettivi sempre e comunque. Lui è la “classe” che si trasforma in gesto atletico. Lui qui è il Duca di Lee Valley, il Signore delle porte dell’acqua che corre, l’interprete puro dello Spirito Libero. Lui qui si veste di festa ogni giorno e regala a noi sudditi gioie ed emozioni e soprattutto concede ancora  vita a chi vita per un istante pensava di averla perduta!
Già... la morte in faccia lo scoiattolino russo l’ha vista arrivare guardando verso monte, in cima al salto spunta all’improvviso la punta di un C1. Tutto lasciava presagire ad un drammatico epilogo. Sulle rive qualcuno aveva chiuso gli occhi essendo debole di cuore, altri  urlavano. Gli operai che stavano montando le tribune imbragati a pali così alti da mettere in soggezione i neri corvacci, si sono fermati un istante richiamati dal brusio e dall’agitazione che stava montando.
La domanda che in quell’istante tutti noi ci facevamo era: “e adesso come la risolve Tony?”. Chi velocemente pensava che forse si sarebbe lanciato tutto a sinistra sperando di passare e che soprattutto non mutasse la posizione della russa, altri che azzardavano l’idea di una piroetta per scendere lateralmente con la canoa in modo tale da aver un impatto più morbido e non di punta. Ma lui il duca, il cavaliere dalle mille risorse tira fuori dall’armatura la soluzione vincente: si aggrappa di forza nel blocco bianco che delimita  il passaggio e, con il suo solo braccio sinistro,  stoppa  il suo cavallo, ormai imbizzarrito, sul salto con tutta la corrente che lo spinge verso valle.
Le urla si trasformano in mugoli di stupore, sorrisi di gioia e di incredulità. Lui si ferma immobile per un attimo che sembra però una vita e la sua canoa è in verticale sui 4 metri di dislivello completamente immobile: ferma il tempo e le acque.  La sventurata ragazza guarda e sorride e sembra vivere una scena a rallentatore, come una sorta di replay, ringrazia il cielo e la buona sorte che in quel momento lì è arrivato Tony e non chissà chi. Insomma una sorta di Mosè sul mar Rosso, l’acqua porta fuori dal ricciolo la ragazza e Tony con un lungo sorriso si lascia andare per chiudere la sua discesa... a noi l’arduo compito di raccontarlo e documentarlo per i secoli futuri.

Grande Tony spettacolo allo stato puro. 

Occhio all’onda!

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