Non sempre l'allenamento è quello scritto sui libri


“Il cielo d'Irlanda è una donna che cambia spesso d'umore.

Il cielo d'Irlanda è una gonna che gira nel sole
.
Il cielo d'Irlanda è Dio che suona la fisarmonica
si
apre e si chiude con il ritmo della musica

si apre e si chiude con il ritmo della musica”


A volte bisogna lasciare libera la fantasia e ascoltare il cuore anche per la scelta degli allenamenti per non seguire sempre schemi e tabelle preconfezionate. Ottenuta la convinzione che ciò possa portare a buoni risultati ieri abbiamo lasciato alla musica il compito di ritmare il lavoro con il pagaiergometro. Infatti indossate le cuffiette dell’I-pod Zeno si è affidato alla selezione musicale che ha trovato sul magico congegno che quel fenomeno di Steve Jobs aveva creato offrendo all’Apple un punto di forza per fare un ulteriore passo avanti rispetto alla diretta concorrente Microsoft.
Una volta partita una canzone la si interpretava per l’intera durata e per i ritmi dettati. Musica soft uguale pagaiata soft. Musica hard uguale pagaiata hard e così via in relazione ad una casualità decisa dal piccolo apparecchio della mela mangiata! Ne è uscito un lavoro decisamente diverso dal comune e che alla fine si è dimostrato particolarmente interessante. Si è così riprodotto, se vogliamo, quello che può capitare in fiume o in una prova di slalom: alti e bassi, accelerazioni e brusche frenate, recuperi e scatti, pagaiate lunghe e ben distese con pagaiate di solo braccia. Insomma un allenamento che come recita la canzone della Mannoia “cieli d’Irlanda” si “apre e si chiude con il ritmo della musica”!

Un altro interessante allenamento è stato quello fatto dai ragazzi e dalle ragazze della Lega Navale Italiana sezione di Genova Quinto su cui Elena Bargigli mi ha erudito. Il suo gruppo infatti nei giorni scorsi si è armato di stivali e badili ed è andato nelle zone colpite dall’alluvione per spalare fango e quant’altro. Ecco un bell’esempio di come ci si possa mettere a disposizione degli altri che sono stati colpiti da questa tragedia per dare una mano e per non perdere nemmeno l’allenamento. Spalare fango e muovere quantità di detriti è sicuramente un ottimo esercizio fisico, ma non solo. E’ un ottimo elemento motivante per capire quanto fortunati siamo nel poter vivere una vita da atleti per un obiettivo chiarissimo. Forza, resistenza, concentrazione e tensione tutti elementi poi che ti ritrovi in gara e che in quei frangenti sono fondamentali anche per la sopravvivenza.
Questo mi dà lo spunto per dire che il nostro sport non è solo un’attività fine a se stessa, ma ci insegna anche a capire che in certe situazioni il canoista è avvantaggiato grazie ad una serie di informazioni che ha acquisito con la sua pratica. Chi meglio di un pagaiatore può essere d’aiuto quando l’acqua si trova fuori da quello che dovrebbe essere il suo corso naturale? E’ stato così per i disastri in Veneto quando è intervenuto Ivan Pontarollo con le sue guide di rafting e maestri di canoa che hanno portato in salvo diverse persone anziane proprio perché sono stati gli unici in grado di arrivare in posti dove solo una canoa può arrivare. Risolvendo situazioni al limite.

Ogni tanto esco dal tema, ma mi premeva congratularmi con tutti questi ragazzi che hanno dimostrato di avere un cuore grande grande grazie anche da colei che ogni giorno condivide con loro fatiche e gioie, trasmettendo splendidi valori umani, sportivi ed emozionali. E pensare che la nostra amata federazione si è completamente dimenticata di Costei che ha: titoli, capacità, esperienza e atlete, senza considerare il volano che fa girare al meglio ognuno di noi e cioè una enorme passione e una spiccata vocazione per gli altri.

Occhio all’onda!

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