College per lo Slalom


... prosegue da Un ex convento per la sede della canoa slalom giallo verde

“In the imagination there is a hot wind which blows on cities, as a friend I dream of souls always free like clouds which fly full of humanity deep inside”

Per l’alimentazione seguiremo i consigli della nutrizionista che è stata scelta per seguire questo progetto e che darà indicazioni precise agli atleti e alle due cuoche che si alterneranno per preparare colazioni, pranzi e cene.
Non molto distante da qui c’è lo studio del fisioterapista che terrà sotto controllo i ragazzi e, una volta alla settimana, avremo una lezione di ginnastica posturale per prevenire problemi che possono insorgere con le tante ore che passeremo in acqua a pagaiare. Da oggi ai giochi panamericani - dove ci giocheremo un posto olimpico per ogni specialità - ci dividono 18 settimane, che sono 126 giorni o 3.024 ore. Non ho ancora calcolato le ore di allenamento che faremo in acqua e in quante porte passeremo, neppure il numero di sedute in palestra o a correre o a nuotare. Poco conta perché non seguiremo certo tabelle di allenamento e tanto meno mutueremo nulla dai manuali di insigni professori che, come i politici, sono troppo lontani dalla realtà e dalla gente e di conseguenza dalle necessità degli atleti. Li leggeremo e continueremo a studiarli comunque per confrontare la teoria con la pratica e il sudore versato ogni giorno. Ciò che conta è essere presenti per seguire passo dopo passo questi giovani slalomisti con tanta voglia di far bene. Avremo da affrontare nel frattempo i campionati Sud-Americani a San Rafael in Argentina, l’ultima gara della Coppa del Brasile a Piraju e la selezione per formare la squadra per i PAN-AM. Un cammino che potrebbe sembrare lungo, ma che in realtà è più veloce di un lampo a ciel sereno. E pensare che questo progetto speravo di realizzarlo in Italia. La mia idea infatti, quando ero commissario tecnico dello slalom e della discesa per la Fick, era quella di creare il “College della canoa fluviale”.
Avevo lavorato duramene a questo progetto e alla fine grazie al presidente Francesco Conforti, ad Oreste Perri e a Mauro Pitotti, avevamo trovato anche una sede ideale e cioè a Terni. Il tennis tavolo lasciava la sua struttura e noi avremmo dovuto subentrare a loro. A pochi chilometri c’è Ferentillo dove potevamo avere il nostro campo di allenamento su un tratto di fiume interessante che un tempo utilizzavamo molto per i raduni delle squadre nazionali specialmente nei periodi invernali, vista una temperatura mite e l’acqua in abbondanza. Per questo tratto esisteva anche un progetto per adattarlo alle necessità dello slalom finanziato da regione e comunità europea.
Partivo da un dato di fatto, che è poi la costante anche di oggi: i club in Italia possono solo portare i giovani atleti ad un livello medio, poi mancano di strutture, mezzi , conoscenze e disponibilità economica per far fare ai loro atleti un salto di qualità. I numeri di slalomisti che superavano il primo scoglio erano decisamente pochi - si consideri che oggi la situazione è decisamente peggiorata. Quindi avevamo la necessità di non perdere nessuno e cercare in questo gruppo, se pur ristretto, di trovare elementi interessanti in visione olimpica. Un cammino, che ripeto, non potevano e non possono fare i club. Ecco quindi la necessità di creare una struttura idonea a questa crescita, offrendo ai nostri giovani l’opportunità di esprimersi agonisticamente e nello stesso tempo di avere anche la possibilità di portare avanti gli studi universitari. Terni e la Federazione di quel tempo erano tutto ciò.
Mi è piaciuto Zucconi oggi nella sua esternazione quotidiana a tema: “Pensare in Italia”. In sostanza ci dice che la crisi non è un problema di risorse economiche o di chissà quali problemi finanziari. Il vero problema dell’Italia è che si è addormentata e ha chiuso le porte a ciò che nel passato ci ha sempre contraddistinto: la fantasia nel creare, nel proporre, nel portare avanti idee e progetti. Oggi non c’è più nessuno che si prende la responsabilità per nulla. Politici, funzionari, impiegati, operai. Tutti sono caduti nel tranello teso da chi ha interesse a mantenerci ignoranti e sottoposti al signor sì nella convinzione di poter avere il momento personale di gloria e notorietà. Abbiamo perso tutti il senso dell’interesse comune, del piacere di creare un qualche cosa che resterà nella storia, fosse anche il semplice e devoto lavoro quotidiano che è la strategia vincente per i grandi risultati!

“Nella fantasia esiste un vento caldo,
Che soffia sulle città, come amico.
Io sogno d'anime che sono sempre libere,
Come le nuvole che volano,
Pien d'umanità in fondo all'anima”

Occhio all’onda!


fine seconda parte....

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