L'elisir dell'eterna giovinezza



"You think you ought to stop trying things
because you had a few too many birthdays? I do not"

Rocky Balboa

"Nello sport il gioco deve essere una costante.
Quando questa componente viene a mancare è ora di smettere"
Josefa Idem



Mi sono incantato questa mattina a guardare per un buon quarto d’ora le invenzioni dell’uomo anche sulle cose più banali. Come potete immaginare a lato del canale di gara c’è una sorta di pratone piuttosto pendente e già da ieri erano all’opera una squadra di almeno una decina di uomini per tagliare l’erba che inevitabilmente anche qui cresce con solerzia. Ma la vera apparizione è stata quella di vedere operativo una sorta di robot che rifiniva alla perfezione questo spazio scosceso misurando praticamente l’altezza di ogni filetto verde per far sì che tutto risultasse perfettamente uguale. Siamo in Germania e la perfezione regna sovrana, su questo non ci sono dubbi. E pensare che da piccolo rimanevo incantato ad osservare gli uomini di montagna a tagliare a mano con la falce i prati a ridosso della casa di famiglia a Ferrara di Monte Baldo. Si faticava a salire in cima a quel prato tanto era pendente, eppure con passate precise e potenti quei montanari racimolavano cibo per il loro bestiame. Una volta che quello spazio era rasato a fino, io mi divertivo a piantarci dei paletti per farci lo slalom. Allora ero deciso a diventare uno sciatore famoso e non c’era nulla di meglio che passare l’estate ad allenarsi a secco immedesimandosi in qualche rocambolesca discesa giù dalla 3-3 di Madonna di Campiglio o addirittura giù da Kitzbuel. Far correre la fantasia non costa e non costava molto!
Questa mattina mi sono anche emozionato guardano Hilgertova, che. finita la corsa, si è fermata a raccogliere qualche fiorellino di lavanda che ha poi regalato al suo amato marito-allenatore. Mi è venuto istintivo collegarla al libro che ieri sera mi ha tenuto sveglio a lungo, tanta era la voglia di leggere la fine. In sostanza “La mappa del destino” il titolo del libro, parla di Ruac un villaggio in Francia dove sarebbe custodito il segreto dell’eterna giovinezza. Attorno a ciò Glenn Cooper ci fiorisce una lunga storia che ovviamente ha tutto per rendere emozionante ogni aspetto. Avventura, storia, aneddoti, passioni e ovviamente un grande amore. In effetti potrebbe benissimo adattarsi alla vita di questa atleta che rincorre ancora una volta il sogno olimpico e che per forza di cose dovrebbe aver nascosto da qualche parte l’elisir di lunga vita.
Ciò mi fa riflettere tanto più se la paragono a Josefa Idem. Le due atlete secondo me hanno molto in comune. Sono canoiste entrambe. Sono allenate dai mariti. Hanno gareggiato per nazioni diverse. Hanno superato abbondantemente i 40 anni (classe 1964 l'italiana, classe 1968 la ceka). Hanno dedicato la vita allo sport. Hanno avuto figli. Hanno vinto ori e medaglie olimpiche e mondiali. Hanno vinto titoli continentali. Hanno dominato la scena per decenni. Hanno trovato sicuramente la chiave per riuscire ad esprimere al massimo il loro potenziale.
Ma che cosa sta succedendo ora che non sono più così vincenti? Interessante, molto interessante da capire e da studiare. In effetti loro stanno sicuramente facendo tutto come un tempo. Tutto alla perfezione e anche determinati test possono dare risultati strabilianti se non migliori di quelli del passato. Allora perché queste due campionesse stanno vivendo una momento di debacle sportiva?
Forse perché la testa, la volontà, la dedizione, la passione non possono sostituire quelli che sono i ritmi biologici naturali. Ad un certo punto bisogna pur rassegnarsi al passare dell’età oppure come gli abitanti di Ruac bisogna far ricorso a qualche pozione magica che da sempre è nella fantasia di tutti noi.

Markkleberg, 4 luglio - Germania 3th slalom race World Cup 2011

Occhio all'onda!

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