E qui si conclude l'inverno!


A volte alcune giornate diventano veramente importanti. Ti fissano e ti rimembrano aspetti fondamentali. E’ stato così oggi con il gruppo del pomeriggio con cui ho lavorato con molto piacere e con il tempo che a volte ti sembra ti possa prendere in giro tanto passa velocemente.
Avevo il rumore del canale alle spalle che mi richiamava, ma ho preferito far finta di nulla e lavorare sull’acqua piatta per ripassare e per puntualizzare alcuni fondamentali. Certe volte ci vuole coraggio per saper dire no!
La pagaiata, che sembra una cosa scontata per molti e sulla quale si passa spesso e volentieri sopra, rivela in realtà la vera potenzialità di uno slalomista. Il modo con cui si ruotano le spalle e con cui si tira la pala in acqua con la relativa spinta dei piedi la dice lunga. Ho cercato di mettere nella condizione i miei giovani atleti di scoprire quante cose si possono fare mantenendo la pala in acqua sia per le canadesi che per i kappisti. Ho cercato di far capire che la pala non è altro che il prolungamento in acqua delle nostre mani e del nostro… “culo”. Risate perché pensavano che scherzassi, ma in realtà, dopo i vari sghignazzamenti e chiarimenti sul fatto che proprio lì abbiamo grandi neurotrasmettitori hanno “tastato con mano” quanto detto e proposto. Anche i più esperti tra loro si sono resi conto che se si utilizzano al meglio la rotazione delle spalle e la pala nell’acqua si risparmia la forza delle braccia che potrebbe venire buona al momento di dover cambiare ritmo o per risolvere situazioni con poco spazio e in maniera molto dinamica.
Domani proseguirò il lavoro con gli istruttori che seguono il lavoro del gruppo dei giovanissimi, più di 1.000 ragazzini che, tre volte alla settimana, vanno al lago ad apprendere l’eskimo e i fondamentali della canoa. Bisogna avere la certezza che i giovanissimi abbiano la possibilità di essere messi nella condizione di scoprire da soli le tecniche di base aiutati e coaudiuvati da personale preparato ed attento. Quella che viene chiamata la scoperta guidata. Ma come fare se ci si intestardisce a tutti i costi solo ed esclusivamente sull’apprendimento legato a gesti tecnici troppo schematizzati e senza dare spazio alla percezione dello stesso movimento? Ecco domani cercherò di trasmettere tutto ciò a chi deve seguire i primi passi... (pagaiate) degli oltre mille giovani brasiliani che si stanno mettendo in moto per un grande obiettivo.
Mi accorgo solo ora però che il 21 marzo è passato. E qui finisce un altro inverno fra i paletti dello slalom. Ringrazio tutti i lettori che mi hanno accompagnato dal 16 gennaio a oggi. Spero di avervi trasmesso emozioni sentimenti che abbiamo avuto la fortuna di vivere prima in Australia e ora in Brasile. Ho condiviso con voi preoccupazioni, dubbi, ma anche certezze e voglia di migliorare. Ho cercato insomma di farvi partecipi di tutto ciò che un allenatore dello slalom vive costantemente... spero di esserci riuscito.
Un ringraziamento particolare a tutti gli interventi che hanno animato e stimolato tutti noi. Sono certo che molti avrebbero voluto partecipare, ma forse per pigrizia non l’hanno fatto, qualche volta però bisogna sforzarsi per cercare di comunicare nella speranza che si possa sempre migliorare e superare momenti troppo statici e negativi per il nostro movimento. La stagione è ormai alle porte e quindi fra non molto si ritornerà a parlare di selezioni, noi qui in Brasile le abbiamo finite domenica scorsa. Torneremo ad emozionarci con la Coppa del Mondo per arrivare diretti al mondiale di Bratislava alla seconda settimana di settembre: selezione olimpica!
Che dire di più se non augurare a tutti una grande stagione fra i “paletti dello slalom” e naturalmente ...

Occhio all’onda!

Foz do Iguazu, 23 marzo 2011

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