Espressione del corpo... ascoltiamola!


Quando non ci sei non ci sei! Il colpo era fiacco, la prevedibilità del gioco scontata, le gambe incollate al blu cemento di una Melburne che si era fermata in silenzio per seguire le gesta di un giocatore che, a soli 24 anni, è entrato nella storia del tennis e che è in grado di regalarci imprese epiche. Eppure anche il grande Nadal ha dovuto soccombere ad una giornata no, complice forse, un’influenza combattuta fino a pochi giorni prima dell’inizio del torneo australiano che gli ha fatto perdere diversi chili. Uno sguardo perso nel vuoto e gli occhi al cielo sono stati i segnali premonitori di una partita persa senza combattere e con l’unica sfida di restare in campo per onorare l’avversario-amico-conterraneo Ferrer. “Non so cosa mi sia successo” le parole del mancino iberico nel dopo partita “so solo - continua - che devo mettermi al lavoro subito non ho tempo da perdere”. Ecco la vera religione di Rafael: l’allenamento, la concentrazione su un obiettivo per non perdere mai contatto con la realtà. Testimonianza di una professionalità unica e sincera. Ed è proprio da queste parole che si capisce il senso e la filosofia dello sport. Infatti il risultato sportivo è talmente effimero che si concentra solo in un preciso istante: quell’istante. In un determinato e preciso spazio. Quando gioco a scala quaranta con Raffy e un giocatore di noi chiude, lui non vuole finire il gioco e spesso e volentieri, con una serie di manovre veloci ed istintive, blocca tutti con la frase “no un attimo perché avrei chiuso io la mano... ecco vedete: pesco questa, attacco l’altra, faccio un tris, metto un jolly, scarto e ...vinto!” Sì ma di vincere forse potremmo essere capaci un po’ tutti, il difficile è farlo quando serve, quando lo si dovrebbe fare. Metterlo in pratica prima che altri lo facciano! In quel preciso momento né prima né dopo. Questa riflessione nasce dal fatto di vedere tanti ottimi e bravi atleti pagaiare sul canale di Penrith, ma solo alcuni di loro vinceranno con una certa costanza. Eppure, scartandone veramente pochi, tanti sono bravi, tanti su alcune risalite volano, tanti fisicamente sono preparati... eppure solo in pochi arrivano ad imporre stile, eleganze e vittorie. C’è sicuramente qualcosa di innato - maggior abilità motoria, predisposizione fisica e motivazione - ma anche questo talento, che magari si può avere, va coltivato, sviluppato, migliorato.
Con il mio maestro di tango, il grande Fenzi - beh per la verità lui è anche un insegnante di educazione fisica e ha allenato per molti anni squadre di pallavolo e pallamano - facevamo una riflessione tecnica che porta a dire che ognuno alla fine ha un proprio stile, magari influenzato da diversi fattori, ma che dovrebbe essere l’espressione di ciò che si sente dentro e che si vuole esprimere. Non è forse così per l’arte? Bene la vita è un’espressione artistica, anche lo sport o il ballo sono mezzi per cercare di esprimere l’energia che ognuno porta con sé. Per poterlo fare però bisogna superare un grande inghippo! Bisogna essere capaci di ascoltarci e di lasciar libero il nostro corpo e la nostra mente di parlare di esprimersi. Solo allora possiamo veramente capire la nostra vocazione e realizzare ciò per cui siamo nati.
Scusate, ma quando lascio libere le mani di battere sulla bianca tastiera del Mac succede quello che avete letto sopra... che sia un’espressione di quello che c’è dentro di me?

Nel frattempo, alla comitiva internazionale di atleti in raduno in Australia, si sono aggiunti anche i tedeschi Sebastian Schubert e Jasmin Schornberg, loro mi danno la possibilità di fare un’altra riflessione, che però si concretizzerà nero su bianco solo domani!

Ora devo andare a giocare a calcio, grande incontro al Cambrige Park Courte! Vi relazionerò anche su questo e poi la semifinale Ferrer vs Murray... di questo ci penseranno i giornali ad aggiornarvi o se andate su Sky Sport potete seguire il commento di due grandi esperti come Rino Tommasi e Gianni Clerici, quest'ultimo poeta e grande letterato della pallina gialla!

Occhio all’onda!

Commenti

  1. Sicuramente, l'artista riesce a "tirar fuori", da un masso, da una tela, o da un corpo, quello che PER LUI c'è dentro.
    Mi sono sempre chiesto se un tipo come Michelangelo girasse a cercare il masso giusto per fare la scultura che aveva in testa, o se guardando un masso od un altro, vi vedesse dentro l'opera da tirar fuori.
    Probabilmente la soluzione sta nella filosofia, ma quando guardo una persona o un ragazzo, che si muove e cerca di apprendere un gesto, resto incantato quando si scopre la determinazione, quando si crea un collegamento tra quello che vorrei che facesse e quello che effettivamente esegue.
    Nel consigliarlo o guidarlo alla risoluzione dei problemi è fantastico quando ti basta un gesto, un accenno, a volte neanche una parola, per farti capire o fargli capire la soluzione.
    E' il talento, ma bisogna saperlo coltivare, come una pianta che bisogna innaffiare quando e quanto serve, e potarlo nella stagione giusta.
    Ciao Graziano

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