Donne alla ribalta. Austriache tornano sul podio iridato


Nel settore kayak femminile l’anno scorso avevo scritto tra le altre cose: “abbiamo visto crescere parecchio Corinna Kuhnle l’austriaca che sembra avere davanti a sé tante belle prospettive”. Beh! direi che la bionda possente pagaiatrice ha brillantemente supportato le nostre previsioni con la vittoria del campionato del mondo e con l’argento europeo. Per vedere un’austriaca sul gradino più alto del podio dobbiamo tornare indietro parecchi anni e arrivare alla prima edizione iridata e cioè nel 1949. Per la verità a Ginevra fu un vero e proprio trionfo con il podio completamente tinto di bianco-rosso: la vittoria fu di Heide Pillwein, mentre l’argento e il bronzo andarono alle compagne di squadra Frizi Schwingl e Gerti Pertlwiese. Fatto curioso: le tre atlete dominarono la scena fino ai mondiali del 1953 a Merano alternandosi sul gradino più alto e portando a casa anche due titoli iridati a squadre nel ’49 e nel ’51, mentre nel ’53 giunsero terze dietro alle cecoslovacche.
Ma torniamo ai giorni nostri con la bionda Kuhnle che nasce il 4 luglio del 1987 e canoisticamente fa il salto di qualità grazie a Manuel Köhler che la prende giovanissima e la porta fino all’inizio del 2009. in quell’anno Corinna abbandona il “talent scout” e trova in Helmut Schröter il nuovo allenatore. Quest’ultimo, nato a Dietlikon (Svizzera), aveva allenato in passato la squadra nazionale elvetica, e, quest’anno, il 25 febbraio, ha compiuto 60 anni. Nel 2004 lascia lo scudo crociato per passare ad allenare i kayak tedeschi fino a diventare nel 2006 responsabile di tutta la squadra. L’idillio con il relativo incarico però si interrompe alla vigilia dei Giochi Olimpici di Bejing, quando la Federazione tedesca non accettò la sua proposta di portare ai giochi Fabian Dorfler quando a passare le selezioni fu Alexander Grimm... poi sappiamo tutti come andò a finire. Il suo posto fu preso da Michael Trummer. Lasciata la Germania ha accetta lo proposta offertagli dal professor Helmar Steindl responsabile della squadra austriaca e oltre alla giovane talentuosa Corinna segue i settori giovanili nel tentativo di rilanciare una squadra che negli anni ’80 dominava la scena mondiale.
In sostanza il maturo Helmut si è trovato fra le mani un’atleta che da tempo aveva fatto la scelta di dedicare anima e corpo allo slalom con il chiaro obiettivo di guadagnarsi gloria e fama tenendo in mano una pagaia da far piroettare fra i pali dello slalom. Una forza decisamente fuori dal comune caratterizza l’austriaca che pagaia con una Twister della G-Power misura L... e questo può dare la dimensione della sua potenza. Oltre al mondiale si porta a casa anche la Coppa del Mondo e il bronzo agli europei U23.
Ancora una volta l’unica a prendere tutte le finali è stata Jana Dukatova cinque su cinque, vincendo un europeo in casa con la classe di una pantera. Elegante, felina, graffiante al momento giusto, convincente per stile e potenza a Tacen ha gareggiato con il patema d’animo di dover vincere una medaglia a tutti i costi per tenere aperta la porta olimpica. Quattro finali sono state conquistate da Fiona Pennie, Jasmin Schornberg e Marie Rioskova, tre Hilgertova, , Chourraut e Neave.
La nazione che ha dimostrato di essere cresciuta notevolmente è stata l’Australia che ai mondiali aveva ben tre atlete in finale: Jessica Fox, Sarah Grant e Katrin Lawrence arrivate poi rispettivamente 5^, 6^ e 9^.
Diminuito decisamente il numero delle finaliste rispetto alle 26 dello scorso anno in rappresentanza di 11 nazioni, infatti nel 2010 ne abbiamo avute solo 22 da 9 nazioni, fuori Cina e Russia. Quest’ultime due nazioni stanno massacrando i propri atleti sotto l’aspetto fisico tralasciando quello tecnico. Nonostante il grande impegno di mezzi, uomini e tempo, si rischierà di non vedere molti cinesi e russi in finale ancora a lungo.
Le donne si sono avvicinate agli uomini nelle gare di qualifiche e allontanate nelle prove di finali. In sostanza, in questa categoria con un’apertura maggiore alla semifinale, il divario diventa inversamente proporzionale per la conquista della medaglia.
A podio nell’ultima stagione sono andate 11 atlete rispetto alle 7 dell’anno precedente.
9 finali per Gran Bretagna, Repubblica Ceka e Slovacchia; 8 per Germania; 5 per Austria; 3 per Spagna e Australia; 2 per Francia e Slovenia.
Manca solo ricordare che quest’anno abbiamo rivisto Jennifer Bongardt dopo un paio di anni bui chiudere il mondiale in quarta posizione e l’infortunio di Elena Kaliska che l’ha obbligata a fermarsi a metà stagione.

Occhio all’onda!


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nella foto: la campionessa del mondo 2010 nel K1 donne Corinna Kuhnle

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