Resterà sempre nel ricordo del Canoa Club Verona


Non si può dire che lo conoscessi molto bene, ma nell’unico incontro che ho avuto con lui mi sono affezionato in maniera spontanea e sincera. Quando entrai in quel palazzo di corso Cavour ero particolarmente emozionato. Sapevo chi andavo ad incontrare, conoscevo i suoi successi nel mondo del lavoro e bazzicando nel giornalismo ovviamente non mi sfuggiva il fatto di trovarmi a contatto con il presidente del gruppo Athesis. Il timore reverenziale era forte e solo grazie alla compagnia e alle parole del mio amico Bruno, artefice di quell’incontro, riuscivo a mantenere una certa calma miscelata però alla grande curiosità di conoscere il famoso avvocato Righetti. Eravamo là perché il Canoa Club doveva risolvere qualche problema in relazione al progetto della nuova sede. Quando entrai nello studio il timore si fece ancora più forte. Una sala enorme arredata con gusto e con due grandi quadri che sovrastano le persone che entrano. In fondo alla sala sedeva una segretaria gentile ma risoluta, nascosta dietro ad una cabina di comando per dirottare i vari clienti sui diversi consulenti. La luce era molto soffusa e l’aria decisamente seria. A quel punto e se devo essere del tutto sincero non pensavo che riuscissimo ad entrare nelle grazie di chi ha risolto tanti e tante questioni ben più grandi di quelle di una povera società sportiva. Come potevamo coinvolgere nella nostra causa chi aveva conosciuto presidenti della Repubblica, politici e grandi finanzieri? E soprattutto, se ciò non bastasse, andavamo in missione come i francescani vanno a predicare la parole del buon Signore: con il saio, le mani vuote e senza danari da spendere.
L’occhialuta segretaria, dopo esserci presentati, procedette con il protocollo e alzando il citofono annuncia: “Avvocato, c’è il dottor Panziera con il presidente del Canoa Club Verona cosa ...?” una frazione di secondo dopo, giusto a lato dell’entrata si aprì una porta grande e pesante e percepimmo prima le parole dell’uomo che le diceva:”carissimo Bruno, presidente finalmente la conosco”! La segretaria non aveva fatto in tempo a posare la cornetta e ancora più stupefatta di prima ci guardò sconvolta, forse non le era mai capitato una cosa così con il suo principale. Io devo essere sbiancato e il mio sguardo si perse all’interno dello studio. Venni attratto da quella sala enorme dove in fondo si trovava la scrivania del noto professionista, tutto attorno libri e codici, un arredamento classico, la finestra che dà sul corso quasi a simboleggiare la sua costante presenza sulla città. Pochissimi convenevoli e subito l’avvocato Righetti ci raccontò che aveva paura di arrivare in ritardo al nostro appuntamento perché da un paio di settimane aveva un brutto mal di schiena e così andava da un fisioterapista per cercare di risolvere il problema. Oggi, per una serie di ritardi, si trovava a fare le corse e temeva di perderci. Alla fine però eccoci qui. In effetti trovare un altro buco nella ricca agenda dell’avvocato Righetti non era così facile.
Avevo preparato un dettagliato dossier sulla questione che ci affliggeva, lo prese e mi chiese di illustrargli a voce le varie problematiche. Credo di non aver dimenticato nulla nel raccontare le vicende del mitico Canoa Club e devo averlo fatto anche in modo piuttosto animato tanto che alla fine il mio interlocutore mi rassicurò e mi disse di non preoccuparmi perché eravamo dalla parte ragione e lui ci avrebbe dato ben volentieri una mano con la promessa però di portarlo in canoa sul suo Adige. Non sapevo infatti che l’avvocato Righetti era particolarmente affezionato al fiume cittadino dove da giovinetto aveva appreso l’arte natatoria e ci aveva passato parecchie ore in compagnia degli amici quasi di nascosto visto che l’Adige era, nella cultura della gente, notoriamente pericoloso.
Sulla questione per cui eravamo andati non ci chiese altro, aveva inquadrato alla perfezione ogni minimo dettaglio, e da lì a breve risolse alla grande il problema facendo rispettare la legge e la buona logica. Si soffermò a lungo invece per avere informazioni dettagliate sulla manifestazione di canoa che Bruno, il Canoa Club Verona e il Canoa Club Pescantina organizzano ogni anno dicendo che ne aveva sentito parlare e che aveva molte persone a lui vicine che gliene avevano parlato molto bene. Era uomo curioso, ma soprattutto mi resi conto che stavo parlando con una persona interessata allo sport nella sua essenza. Dietro a tutti quei libri e all’uomo pubblico in realtà c’era uno sportivo, un amante della gente e delle cose semplici.
Ho appreso della sua morte dal mio amico Bruno. So quanto lui ci tenesse e questa sua sorta di devozione l’ha trasmessa anche a me nel tempo. Avevo avuto modo di persona di apprezzare le sue qualità e la sua semplicità nel massimo disinteresse, ma nel piacere di essere utile a cause nobili in nome dello sport.

Grazie avvocato Righetti per averci creduto, la porteremo con noi e il giorno dell’inaugurazione del nostro sogno anche Lei rivestirà un ruolo importante nei nostri cuori.

Occhio all’onda!

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