Chissà quante volte vi sarete chiesti...




Per dirla alla Piero Angela ….Chissà quante volte vi sarete chiesti come si allenano gli Hochschorner quando sono a casa…! Ed in effetti è proprio strano vedere questi campioni vestire gli abiti della quotidianità. Bene, Pavol e Peter alla mattina arrivano sul campo di allenamento con due mezzi separati, mentre il padre allenatore è già sul luogo da una buona mezz’oretta. Pavol è il secondo a presentarsi al “lavoro” con la sua Audi Suv bianca che piazza nel parcheggio del centro. L’ultimo ad arrivare solitamente alla mattina è Peter che si presenta o a bordo della sua Hummer da paura, o su una Nissan Suv colo oro, comunque sia con una o con l’altra la parcheggia all’interno del parco giusto a lato dell’hanger dove tengono la canoa e varie attrezzature sportive come il jet-ski o il windsurf. Segue una piccola riunione di famiglia, complottano per qualche minuto e poi i due gemelli entrano negli spogliatoi mentre papà prepara canoa e pagaie. Pochi minuti dopo escono perfettamente vestiti uguali, si avvicinano all’acqua, dove trovano già la canoa portata da papà, e in assoluto silenzio iniziano il riscaldamento. Il tutto non dura più di 5 minuti di cronometro, sempre senza apparente comunicazione verbale.
Inizia così la giornata di allenamenti sul canale di Cunovo. Il proseguo è influenzato molto dalla temperatura esterna e dal vento che molto spesso a Bratislava ti lascia senza energia tanto è forte. Normalmente, almeno in questo periodo, si dedicano alla tecnica nella prima parte, restando sempre in canoa, oppure sotto il primo ponte dove le morte sono ampie e la possibilità di risalire permette di fare percorsi leggermente più lunghi e cioè intorno ai 15, 20 secondi. Non usano prendere tempi o video, ogni tanto si fermano per sgranchirsi le gambe e per scambiare qualche parola con l’allenatore-papà. Solitamente non scendono più di tre discese ad allenamento e la seduta dura poco più di 50 minuti. Un’altra loro caratteristica è quella di arrivare a caso senza rispettare nessuna tabella d’orario prevista dall’organizzazione del centro. Arrivano, parlano, si cambiano, si allenano, si ricambiano, sistemano tutto riprendono i rispettivi mezzi e… arrivederci. Sì perché di allenamenti sull’acqua mossa, i tre volte campioni olimpici, ne stanno facendo solo uno al giorno. Certo è che vederli scendere sulle loro acque è qualche cosa di spettacolare ed unico. Una danza per loro, un lotta impari per il resto del mondo. Quel C2 riesce a fare manovre che anche un buon K1 fa fatica a mettere in atto. Li ho visti saltare dritti nella morta del primo ponte, girare la canoa a punta in su ed entrare al volo nella risalita a sinistra senza neppure bagnarsi la faccia e senza fermare mai il lungo scafo. Ciò che impressiona però non sono queste manovre, che potrebbero sembrare estreme, ma la continuità e la ripetitività della loro azione. Sembrano macchine programmate a tempo indeterminato.
Qualche volta capita al pomeriggio di vedere Peter al canale non per scendere in canoa, ma per allenarsi a fare trazioni alla sbarra e piegamenti sulle braccia. Per fare tutto ciò il papà Hochschorner ha saldato un sorta di marchingegno e lo ha piazzato sul prato sempre a lato del loro deposito. Il timoniere della barca olimpica piazza uno dei suoi fuoristrada giusto di fronte, alza lo stereo a tutta e inizia la sua serie infinita di esercizi. Dopo un’oretta, si doccia, indossa il piumino senza maniche, sale in macchina e se ne va!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

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nella foto in alto Peter Hochschorner con Raffaello Ivaldi
al centro Peter alla sbarra
in basso una veduta dell'albergo "Divoka Voda"

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