Abitudine motoria


Oggi, la musica per le mie orecchie e per il mio spirito è quella dello scozzese Rod Stewart, ve lo ricordate lo stravagante cantore di “Mandolin Wind” e “Young Turks” tanto per citare due delle sue più famosi canzoni? Anche se per la verità in questo momento mi sto deliziando con la sua interpretazione di “What a Wonderful Word” di Louis Amstrong. Se la musica è di un genere decisamente soft altrettanto non si può dire per l’argomento tecnico che mi assilla e che mi fa pensare a lungo, anche se per la verità il sapiente Vladimir Platonov mi fa dormire sonni tranquilli con i suoi studi e le sue ricerche che convalidano l’idea che ho maturato in questi anni sulla Tecnica e sulla funzione dell’allenamento in generale. In sostanza l’insigne professore afferma: “certi gesti vengono automatizzati grazie alla ripetizione, formando un’abitudine motoria”. Nella sua lunga disquisizione esprime molto bene le tappe e le fasi della preparazione tecnica degli atleti. Mi soffermo sull’aspetto delle sensazioni e percezioni dei movimenti e l’elaborazione dell’informazione. Se noi prendiamo i giovani canoisti sicuramente ci accorgeremo che le sensazioni e le percezioni sono imprecise, la componente cinestetica è praticamente inesistente e domina l’informazione visiva. Quindi noi ci preoccuperemo in questa fase di far eseguire una serie di esercizi in condizioni favorevoli, le nostre informazioni saranno solo di carattere del tutto generale, ma avranno obiettivi chiari. Se, ad esempio, si sta lavorando sull’avanzamento si dovrà fissare il punto d’arrivo e lasciare che il giovane trovi la soluzione migliore per arrivare all’obiettivo. Ripetizione dopo ripetizione avrò modo di intervenire ponendo allo stesso ragazzo altri obiettivi, come: rilassare la mano in fase si spinta, percezione della sensazione di fatica sulle braccia e sugli arti superiori in genere. Quindi andrò ad introdurre la spinta con i piedi e così via. Si deve cercare di andare a rafforzare le componenti cinestetiche con una percezione dei movimenti più precisa attraverso la forma verbale, che molte volte assume un ruolo determinante. E’ la stessa Elena Bargigli (http://www.federcanoa.it/index.php?option=com_content&view=article&id=133:giovani-pagaiatori-al-lavoro-dopo-il-raduno-di-subiaco-parla-elena-bargigli&catid=5:news&Itemid=5) che ci dice che molto spesso trova difficoltà nel linguaggio, elemento da non sottovalutare. E’ compito nostro trovare la password per entrare in ogni nostro allievo, ricordandoci che dobbiamo essere noi a fare lo sforzo per capire quale può essere il codice d’accesso per ogni singola realtà: “You are unique like You are”…e-Team insegna!
Tutto ciò ci riporta alla centralità del corpo nello slalom dove l’equilibrio la fa da padrone. Cosa fare quindi con i nostri ragazzi per cercare di esaltare al massimo queste capacità? La prima cosa è sicuramente quella di riuscire ad instaurare un rapporto costante dove ci sia la possibilità di poter interagire quasi quotidianamente con il nostro allievo per guidare le scoperte. Dobbiamo poi introdurre quello che alcuni autori chiamano gli “stati di necessità”, gradualmente sempre più impegnativi. Il segreto però è nella sicurezza che il ragazzo possa trovare e scoprire la soluzione e quindi il compito dovrà esser assolutamente alla sua portata. Altrimenti rischiamo di mortificare il lavoro e il soggetto. L’argomento così potrebbe sembrare sterile, ma getta le basi per poter crescere di pari passo con il giovane atleta per un lavoro che poi nel tempo diventerà basilare e che si dovrà adattare alle varie evoluzioni – fisiche, mentali, atletiche – dello stesso. Il compito dell’allenatore sarà quindi anche quello di riuscire a rendere tutto ciò vivace ed interessante con proposte che sappiano rendere partecipe l’allievo e che soprattutto raggiungano l’obiettivo prefissato.
Un altro elemento fondamentale diventerà, per noi, la verifica di quanto ci siamo proposti. Molto spesso ci dimentichiamo da dove siamo partiti e per questo motivo che ci viene in aiuto il video. Andare a rivedere filmati di mesi antecedenti ci permetterà di capire e di avere la situazione sotto controllo su eventuali miglioramenti o sulla stabilità di quanto fatto.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

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