... Aspettando i Mondiali di Slalom - 37

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“Qui Houston, rispondete”
…scrrsch!!
“Avanti Houston vi copiamo”
… scrrsch!!
“All paddler on the start at 7.30 a.m. please not delete”
Tranquilli non siamo a Houston nel Texas alla base della National Aeronautics and Space Administration da tutti noi conosciuta come NASA, siamo semplicemente, in questi primi giorni di agosto, a Seu d’Urgell dove dall’8 al 13 settembre si disputerenno i campionati mondiali di canoa slalom. Il clima però è quello di un imminente attaco nucleare: gli inglesi hanno praticamente messo sotto assedio il “Parc del Segre” in vista proprio di questo evento. Cinque tecnici dai nomi risonanti e dai trascorsi gloriosi e sapienti; cinque persone per il video; due fisioterapisti; un medico; dodici atleti, una palestra allestita con attrezzi made in GB, parabole per catturare segnali video e cavi sparsi ovunque, diversi mezzi per spostarsi velocemente sul territorio senza dare nell’occhio. Breafing, che sembrano più consigli di amministrazione della General Motors, con tanto di palmari alla mano e radio ricetrasmittenti per essere sempre in contatto... ma se sono tutti in riunione con chi sono collegati? Per non parlare del de-breafing dove si snocciolano tempi, video, analisi, stati emozionali, temperatura dell’acqua e umidità dell’aria. Le operazioni da mettere in essere sono segrete e vengono comunicate ai soldati con la massima discrezione. Tutti gli operatori (leggi atleti) in acqua hanno compiti precisi, completamente diversi uno dall’altro, gettando nello scompliglio e nell’impossibilità per gli avversari di capire i successivi attacchi. Tecnici che corrono, mimetizzandosi fra gli alberi di un’area che sta subendo la mutazione grazie al denaro che sta piovendo dalla Catalunya e dalla municipalitò per l’evento iridato e che certamente il buon direttore del centro – l’amico Gagnet – non si fa sfuggire. Lo spirito di estrema tranquillità dettato anche dallo spiegamento di forze e mezzi, tiene alto il morale della truppa di sua maestà la Regina. Manca solo Francis Drake per sconfiggere l’invincibile Armada del re di Spagna Filippo I e mettere fine alla guerra degli ottant’anni, tornando a casa non con l’argento derubato alle navi spagnole provenienti dalle Americhe, ma con le medaglie di un mondiale che per nessuna nazione sembra così scontato.
A 37 giorni dall’apertura il movimento da queste parti è notevole, sia da parte degli organizzatori, sia da parte delle squadre che hanno iniziato a fluire con mezzi e uomini. Vuole essere un mondiale altamente tecnologico, sembra questo il dictat di una Spagna protagonista anche sotto l’aspetto organizzativo. E’ stato infatti messo a punto un sistema video completamente automatizzato con 12 telecamere sul percorso che registrano il passaggio dell’atleta munito di microcip e lo confeziona pronto-montato all’arrivo. Il mio amico e uomo che vive di tecnologia avanzata, Carlo Alberto, impazzirebbe al solo pensiero, nella certezza però che ci troverebbe qualche diffettuccio. In effetti anche gli stessi operatori si sono scervellati non poco per cercare una perfezione di immagini e sincronia assoluta. Girano voci che il costo complessivo di tutto l’ambaradan video si aggiri intorno ai 180 mila suonanti euro. A tutt’oggi gli informatici sono ancora al lavoro per cercare di rendere operativi e compatibili anche alcuni programmi di video-analisi che molte squadre utilizzano. Sul canale di gara sono state poste anche delle bande magnetiche per rilevare i tempi nelle varie frazioni e che automaticamente vengo registrati e forniti agli allenatori. Sono migliorate anche le infrastrutture. Sta nascendo la nuova palestra, molto ampia e piena di luce con i relativi spogliatoi. Il vecchio ginnasio lascia posto all’ufficio stampa. L’impianto è stato reso completamente agibile anche ai portatori di handicap con un ascensore e una pedana sui punti più ostici quali erano i 53 scalini dei volontari e il ponte di accesso al centro del parco. Per i mondiali poi sono previste due tribune sul lato destro del canale e una serie di strutture per agevolare il pubblico a seguire l’evento a dieci anni da quel mondiale che consegnò il titolo nel kayak maschile al canadese David Ford su una canoa che era tutto un programma: boomerang. Il “vecchio” Ford, ha capitolato con la fidanzata e si è sposato quest’inverno, ma non sembra propenso a cedere sul fronte canoa. Sarà in gara sicuramente a costo di giocarsi qualche anno di vita! Al via anche chi la storia della canoa l’ha scritta da tempo: Stepanka Hilgertova che esordì a livello internazionale nel 1988 e da allora non ha mancato nessun appuntamento con olimpiadi (ne ha vinte due) mondiali (al suo attivo 2 individuali e due a squadre), coppe del mondo (due vinte) e europei (cinque tra individuale e squadre). Qui a Seu nel 1999 vinse il suo primo titolo di campionessa del mondo, una buona ragione quindi per riprovarci e ripetere la storia come David Hearn fece a Nottingham nel 1995 quando a dieci anni dal suo primo successo iridato individuale, Augsburg nel 1985, si ripetè nella tana di Robin Hood! Anche questa mattina Stepanka era in acqua per l’allenamento seguita, come sempre, dal marito allenatore Lubos Hilgert. In due superano i cento anni, ma questa non sembra una buona ragione per abbassare la guardia!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi – Seu d’Urgell 3 agosto ... a 37 giorni dal Mondiali e a 1.088 da Londra!
nella foto: A 16th century oil on canvas portrait of Sir Francis Drake in Buckland Abbey, painting by Marcus Cheeraerts the Younger

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