...Aspettando i Mondiali di Slalom - 33


Tre giorni di riposo per tutto lo staff tecnico, ma non per gli atleti, della regina. Il canale, senza lo spiegamento di forze inglesi appare vuoto. Gli atleti inglesi si sono allenati lasciando libere le loro voglie e fantasie atletiche, mentre noi, alla mattina, abbiamo avuto una buona sessione tecnica. Stiamo lavorando molto sul fatto di guidare, mi piace il termine keep drive, la canoa cercando le linee d’acqua più veloci. Non sempre infatti la strada più corta è la migliore. Per fare ciò bisogna soprattutto avere una chiara linea strategica complessiva, perché molto spesso all’atleta viene la voglia di optare per scorciatoie e soluzioni spettacolari che sembrano pagare subito; io aggiungo però che possono costare moltissimo dal punto di vista fisico e tattico. La stessa linea di lavoro l’abbiamo ricercata anche nel pomeriggio se pur consci che l’allenamento sui loops presenta caratteristiche ben diverse. Il vantaggio di lavorare e restare a stretto contatto con un solo atleta, ha per l’allenatore diversi punti interessanti. Ti permette di avere tempo per pensare, cosa che invece non hai quando gestisci una squadra intera e devi avere tutto programmato da tempo. Hai anche lo spazio per approfondire aspetti particolari, guardando e riguardandoti video, dove analizzi ogni singolo gesto. Hai la possibilità di concretizzare i pensieri scrivendoli. In questo modo hai la certezza di non perdere nei meandri della memoria piccoli aspetti che possono diventare importanti e determinanti in specifiche situazioni.
La tranquillità che si respirava oggi mi ha indotto a passare la pausa, tra il primo allenamento e il secondo, sotto lo spettacolare salice in prossimità della partenza. Lo ricordo nel periodo invernale, spoglio con i suoi lunghi tentacoli che fanno capolinea sull’acqua, lo ricordo ricoperto di ghiaccio e di neve in un inverno particolarmente freddo e rigido com’è stato quello di quest’anno. Ora è nel suo massimo splendore, ricco di nuovi lunghi rami, le sue foglie di un verde brillante, la sua maestosità non passa inosservata, come non passano inosservati per lui i mille e ancora mille canoisti che da 17 anni gli sfilano sotto il naso. C’è chi va sotto per ripararsi dal sole, c’è chi va a meditare a pochi minuti dal via, c’è chi si allunga per cercare di scorgere le prime combinazioni di porte restando seduto nella sua canoa. Oggi mi ha accolto offrendomi la sua ombra e la sua tranquillità per alcune ore di piacevole lettura, come spesso si è trovato a fare. Mi ha visto sussultare quando, finalmente dopo due giorni di full-immersion in “gli uomini che odiano le donne” , sono arrivato a scoprire l’intreccio di tutto il romanzo. Ok! non aggiungo altro, non voglio togliere nessuna sorpresa a chi è intento alla lettura di questo libro o chi andrà al cinema prossimamente. Ed è proprio a questo che pensavo: chissà come le parole scritte sono state traslate nella pellicola. Non ho avuto più la possibilità di controllare i miei pensieri e la mente ha preso la tangente: fantomatiche scenografie di un movie fatto di canoe, gare, allenamenti, storie di vita sono apparse dal nulla. Che bello sarebbe realizzare un film su questo mondo, ancora poco conosciuto, ma ricco di emozioni, sentimenti, storie e avventure.
Chissà forse un giorno qualche genio potrà riunire e condensare questo sport e regalarci qualche ora di piacevole visione di un film che per noi non finirà, speriamo, mai!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi - Seu d’Urgell 7 agosto ... a 33 giorni dal Mondiale e a 1.084 da Londra!

Commenti

Post più popolari